Il tuo corpo ti vuole in forma, tu come tu vuoi? (Introduzione al Nuovo Igienismo Naturale 2)

“DOVUNQUE TU VADA, CI SEI GIA’”

Faccio sempre fatica a capire le persone che dicono di “voler” dimagrire.

<< E grazie al cavolo! alla patata, alla carota, al ravanello e a tutte le verdure che ti mangi ogni giorno!>>  mi risponderebbe il mio saggio-a-volte-cinico amico Mariano.

E’ vero, sicuramente nei miei chili, che non saprei con esattezza dire quanti siano, non ricordo neppure l’ultima volta che mi sono pesata, ci sto bene.

Non è, però, questo il punto. Il punto è che un problema esiste se lo viviamo come tale.

La domanda è:

Dove sta davvero il problema? Perché qualcuno un giorno dovrebbe alzarsi e decidere di dover cominciare a dimagrire?

“Appena pensi di dover dimagrire, inizi( e continui) ad ingrassare”.

Quando vuoi dimagrire stai pensando: non mi piaccio ( per qualche motivo), DEVO iniziare a mangiare “bene”, DEVO evitare pasta e pane, BASTA con i miei dolci preferiti, BASTA con tutte quelle(deliziose)schifezze, NIENTE PIU’ pizza con gli amici, uscite serali… ovviamente inizi a soffrire e ovviamente inizi domani! E così magari un giorno questo “domani” arriva, vai dal dietologo e il dietologo ti prescrive numeri.. grammi e calorie, ed inizia la tua prigione: una bilancia, una dieta settimanale, l’immancabile tristissima(per me), fettina di bresaola con rucoletta e una spolveratina di grana. Oppure la candida( per me) patata bollita insipida, con riso bianco e un filo d’olio. Ed ecco, voilà, la tristezza è servita.

Ogni volta che decidiamo cosa mangiare operiamo una scelta. Questa scelta viene fatta sulla base di tre diversi criteri che a loro volta rispondono a tre diverse necessità:

Criterio Razionale: cosa ci fa bene/non ci fa bene. (conoscenze/opinioni)

Criterio Emotivo: cosa ci  piace/ cosa non ci piace. (abitudini/ desideri)

Criterio Istintivo: cosa le mie cellule richiedono/ciò di cui hanno bisogno. (esigenze cellulari)

Quando scegliamo cosa mangiare dovremmo riuscire a rispondere in modo adeguato a tutti e tre i criteri di scelta appagando in questo modo le nostre necessità logiche, del gusto e  nutritive. Quando, infatti, facciamo prevalere uno solo di questi (L’istintivo ha un sistema di funzionamento diverso rispetto ai primi due) stiamo inevitabilmente male: se scegliamo sempre e soltanto quello che sappiamo o crediamo ci faccia star bene ed evitiamo quello che pensiamo ci faccia male, diventiamo tristi. Nervosi. Stressati. Viviamo di negazioni. Se appaghiamo sempre solo il nostro piacere, la parte emotiva, diventiamo come grassi bambini nella casa di marzapane. Viviamo con piacere il momento ma viviamo male le conseguenze. L’insaccato ci piace, ma le tette delle Cipriani meno. Soprattutto se ci chiamiamo Francesco e non Francesca.

Quando ritroviamo come farci guidare dal bisogno istintivo(cellulare) e riusciamo a trovare un equilibrio tra quello razionale ed emotivo, abbiamo fatto tombola… evitato il panettone glassato e scoperto quanto possono esser deliziosi i fichi secchi con le noci, le mandorle e una pioggia di cioccolato.

Ovviamente bisogna farne esperienza, con gradualità, e rieducarsi a gusti più naturali, autentici, non alterati da additivi ed esaltatori del gusto. Questo richiede tempo, un po’ di dedizione e soprattutto curiosità. Come un drogato in astinenza guardando in su non è in grado di apprezzare la semplicità di un cielo di stelle e l’unica cosa che desidera è farsi un’altra dose, così per noi, abituati a cibi raffinati zuccherini e addizionati con esaltatori di sapidità, non è più possibile riconoscere il piacere del gusto autentico di un pomodoro appena colto, di un frutto non zuccherato, di una portata di crudité senza pinzimonio.

Non ci sembra più abbastanza. È chiaro quindi che non è, quasi mai, un reale problema di dieta: Se hai paura di toglierti un piacere, se hai paura che qualcuno ti tolga dal piatto la tua bella fetta soffice di pandoro che credi ti spetti, se hai paura di dire sì e in questo modo metterti in una gabbia le cui sbarre sono fatte di gambi di sedano, tutto quello che proverai a fare, dovesse anche essere provare a rimanerci dentro, non funzionerà. Più proverai ad allontanare il piatto da te, più ti ci attaccherai come una sanguisuga impazzita.

Prima di dire “voglio dimagrire ”o “devo dimagrire”, capisci perché ti piace tanto quel pandoro nel tuo piatto, poi se quel pandoro ti piace veramente, poi come ti piaci tu e se no, perché non ti piaci.. perché il problema non è la bresaola con la rucoletta né il pandoro pieno di zucchero a velo, il problema non è nemmeno il piatto di crudité con o senza pinzimonio, il problema è che te ne sei fatto un problema.

Il tuo corpo vuole stare nel suo peso forma, tu dove vuoi stare?

Qualunque cosa tu voglia davvero, è proprio ciò che hai. Qualunque cosa tu desideri davvero, ce l’hai già.

Il tuo corpo ti vuole in forma,

Tu come ti vuoi?

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Rubrica a cura di Annalisa Fittipaldi,  laureanda in odontoiatria e studiosa di Igienismo Naturale

Bibliografia: “Il crudo è servito” L. Giovannini, dott. G. Cocca

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